Scialpinismo è vivere lo sci nella sua massima libertà, in un ambiente naturale senza le costrizioni delle piste battute, degli impianti di risalita, delle grandi folle. La pratica dello scialpinismo, proprio a causa dell'ambiente in cui si svolge, richiede la conoscenza di adeguate tecniche e nozioni ambientali, necessarie per poter svolgere al meglio e nella massima sicurezza questo tipo di sci.
Il volume, un autentico manuale dello scialpinismo, intende rivolgersi sia al principiante, a cui presenta tutte le tecniche e le conoscenze indispensabili per praticare questo sport nel modo più completo e sicuro, sia alle persone più esperte, alle quali intende mostrare come questa disciplina si evolva, aprendo orizzonti e spazi del tutto nuovi.

 Negli ultimi decenni gli sherpa nepalesi hanno giocato un ruolo di primo piano nell'esplorazione alpinistica himalayana, consentendo il successo di molte spedizioni e la conquista delle vette più famose. In questo libro i più forti sherpa d'alta quota rievocano le grandi imprese e le tragedie alpinistiche  di cui sono stati protagonisti e testimoni in prima persona. Le loro vicende mettono in piena luce il carattere socievole, il coraggio, le doti naturali di scalatori di questi autentici figli delle montagne, che coltivano antiche tradizioni nei loro villaggi e il cui contributo è stato determinante ma spesso dimenticato. Questo libro vuole proprio ricordare i loro meriti.

 Le parole di un vecchio saggio nepalese portano i bambini del suo villaggio alla scoperta di Kathmandu, la capitale di quella fantastica terra che è il Nepal, e di alcune delle sue aree meravigliose: la Marsyangdy, la Kaligandaki, intorno al Manaslu e il Khumbu, la terra dei famosi sherpa. Le parole che rievocano le immagini e le persone sono accompagnate dalle stupende foto che l'autore ha raccolto in quella terra, dando vita a un libro affascinante che potrebbe essere solo il preludio a un vero viaggio, che saprà offrire momenti indimenticabili a chi lo saprà affrontare.

Quando le capacità proprie ci permettono di compiere imprese al limite del possibile non è facile restare semplici e puri. È più facile lasciarsi prendere dalla smania del successo e dal desiderio di diventare qualcuno. Le eccezioni sono rarissime: Battistino Bonali era una di queste. Quando raggiunse la vetta dell'Everest per la parete nord si sentì triste e deluso. Deluso per non poter godere del meraviglioso panorama che gli stava intorno, perché completamente avvolto da nubi, pur sapendo di avere coronato un successo che gli avrebbe portato fama e notorietà. La sua soddisfazione nell'andare in montagna era infatti dovuta al contatto con la natura e all'ambiente che gli permetteva di liberare il pensiero e lo spirito fino a portarlo alla percezione di quel senso di spirituale che lo indusse a prodigarsi verso i giovani e le persone più bisognose d'aiuto. Non a caso la sua cartolina, stampata in occasione della spedizione allo Huascaran, portava in un riquadro il volto di un bambino peruviano e sul retro la scritta "Salire in alto per aiutare chi sta in basso". Battistino Bonali è caduto proprio mentre scalava la parete nord dello Huascaran. Ma il suo spirito e le sue grandi doti alpinistiche e umane continuano a vivere in questo libro, voluto dagli amici più cari affinché il suo 'andare in montagna' continui a essere di esempio e di sprono.

Il 19 giugno 1983 durante la presentazione della Grande Escursione Appenninica (GEA), nasce a Castelnuovo Garfagnana l'idea del Sentiero Italia. Un percorso tra la natura lungo oltre 5.000 chilometri, che partendo da Trieste, taglia tutta la penisola passando prima per le Alpi e poi per l'Appennino, e quindi prosegue attraverso le isole di Sicilia e Sardegna. Negli anni successivi il progetto "Sentiero Italia" prende corpo, e grazie all'impegno dell' "Associazione Sentiero Italia" e del Club Alpino Italiano  raggiunge a fine '95 il suo compimento. Oreste Forno, da sempre amante della natura e grande appassionato di fotografia, lo percorre per presentare a tutti gli interessati le sue immagini più belle.

I primi cinquant'anni del Cai di Canzo raccontati attraverso le testimonianze dei soci che ricordano le tappe principali e gli avvenimenti più significativi. Il tutto corredato con foto, in parte fornite dagli stessi soci, in parte dell'autore, legato a questi da amicizia.

Salire per ritrovarsi all'inferno? Potrebbe sembrare un paradosso, ma è una realtà purtroppo ancora attuale se per inferno si intende la sofferenza e la morte. E se l'inferno è anche luogo d'espiazione, trova ancora più credito il senso di questo racconto. Perché pecca l'alpinista accecato dall'ambizione, che pur di raggiungere i propri obiettivi mette a repentaglio la sua vita e quella di altri; come pecca lo sherpa che invaghito dai soldi li rincorre fino alla morte.

Protagonisti di questi episodi sono infatti un alpinista e uno sherpa, Giulio e Pema Dorjee, due nomi casuali per altrettante figure che però ben rispecchiano la categoria di cui fanno parte. Inizialmente, come succede nella maggior parte dei casi, il loro andare in montagna è genuino e dettato rispettivamente da una sana passione e da un bisogno reale. Ma durante il loro cammino il vero valore si perde e senza volerlo si ritrovano sul percorso sbagliato: quello di volere sempre di più, dove la morte è continuamente in agguato e pronta a colpire senza pietà. È quindi una storia triste la loro, contornata da sofferenza, di frustrazioni, di dubbi e dolore, ma anche ricca di vita, di scoperte, di soddisfazioni e di emozioni portate dalla montagna e dallo splendido scenario dell'Himalaya. Una storia che dovrebbe fare riflettere e potrebbe aiutare chi ha smarrito la "strada" a riscoprirne i giusti valori.

Un padre e un figlio insieme nella scalata della vita. Inizia quando un alpinista scopre che presto sarà padre, un fatto entusiasmante che accende in lui l'amore e lo spinge a parlare già da quel momento alla sua creatura appena concepita. "Se ti parlo forse ti sentirai meno solo, e io potrò preparati a questo mondo che anche a te serberà gioia e dolore; quanto dell'una e quanto dell'altro forse dipenderà anche da ciò che avrò saputo insegnarti… E per esser sicuro che nessuna parola vada perduta, metterò tutto nero su bianco, come in tante piccole lettere che ti mando attraverso il pensiero."

'Compagni di cordata' è quindi una raccolta di lettere che fanno di questo libro forse più una storia d'amore che di montagna. Una storia in cui l'autore spesso si racconta rievocando i momenti felici dell'infanzia, o quelli passati tra i suoi monti; una storia a sfondo educativo che trae spunto da eventi quotidiani, ma anche dalle sue imprese di alpinismo che l'hanno portato sugli altari ma anche a un passo dalla morte.

Su in alto c'è un piccolo sussulto e un uomo inizia a scivolare. Scivola verso il basso, senza pensieri, scivola in una corsa sempre più veloce…" La morte di un amico caduto sul K2, ennesima vittima della montagna, è la goccia che fa traboccare il vaso. La prima reazione è quella di gridare: "Basta facciamola finita, non ne vale più la pena perché troppa gente va a morire!", ma come può una persona dire basta alla montagna che ha sempre amato? Eppure, dopo avere vagato nel suo mondo di alpinista, di fatti inquietanti si alternano a riscontri positivi, l'uomo solo avrà bisogno della mano di qualcuno per trovare la conferma a continuare.

La commozione raggiunse il punto più alto quando un bambino si staccò dal banco e si avviò verso il leggio, per recitare la preghiera che teneva scritta su un pezzo di carta. "Signore - aveva iniziato con voce tremante per l'emozione - noi siamo gli alunni della scuola elementare di San Nicolò. Questa mattina le maestre ci hanno detto che potevamo scriverti la nostra preghiera e che tu ci avresti ascoltato. Allora ecco, Signore, la nostra preghiera. Ieri, su all'Alpe del Forcellino, il nostro amico Joshua è stato travolto da una grande valanga mentre scendeva con gli sci insieme al suo papà. Stava tornando dalla sua mamma che lo stava aspettando, allora perché tu hai fatto così? Adesso noi ti chiediamo questo:

Uno: Fai che Joshua abbia passato una notte calda in un buco riparato sotto la neve. Se anche gli hai messo insieme un capriolo o una volpe che ha la pelliccia calda va bene.

Due: fai che gli uomini del Soccorso Alpino lo trovino subito e ce lo riportino qui…

In montagna si cerca la vita, ma a volte s'incontra la morte. E anche se si pensa che a morire tocchi sempre agli altri non è così: la morte può arrivare a prendersi chiunque, tanto colui che arrampica lungo una difficile parete, quanto chi cammina ignaro su un sentiero.

La morte in montagna può però essere evitata, nel limite delle possibilità umane, se invece di lasciare che venga dietro come un'ombra la si affronta mettendola davanti. Conoscerla diventa allora essenziale e ciò è possibile grazie alle accurate indagini e alle testimonianze riportate in questo libro, che suggerisce anche come comportarsi per cercare d'evitarla. Un libro che di certo merita l'attenzione di chi dai monti è affascinato, ma che offre anche spunti di conforto a chi in montagna ha perso una persona cara.

 Montagne percorribili tutto l'anno, laghi che riflettono l'azzurro del cielo, paesi sorridenti aggrappati sulle sponde o sui declivi delle montagne, pendii fioriti che sembrano giardini a primavera, tramonti infuocati che accendono le vette e incendiano le acque dei laghi… Silenzio! Silenzio mentre l'aria della cima ti toglie di dosso la calura dell'estate, pace nel bianco immacolato dell'inverno… E in mezzo a questo, tra i monti, nei boschi, nei paesi e nelle città i segni dell'uomo che anticamente giunse a popolare questo splendido angolo di Terra. Segni di storia, di cultura, segni che una volta c'era il mare! Segni di una grande Natura. Non credo che esistano luoghi che possono dare quanto il Triangolo Lariano…

Il 29 luglio 1996, il giovane Ragno lecchese Lorenzo Mazzoleni perdeva la vita durante la discesa delK2 che aveva appena conquistato. Nonostante la giovane età, trent'anni non ancora compiuti, Lorenzo era ormai ai vertici dell'alpinismo italiano, ma soprattutto era il ragazzo pieno di vita che aveva saputo raccogliere attorno a sé tante amicizie e simpatia. Ed è per questo che, a dieci anni da quel tragico evento, la sua vita continua nel cuore delle tante persone che gli hanno voluto bene, ma soprattutto nelle iniziative di solidarietà nate con la sua "partenza". Come se fosse stato chiamato lassù per seguire meglio i bambini poveri dei villaggi ai piedi delle montagne più alte della Terra, che aveva incontrato nei suoi numerosi viaggi e che aveva tanto a cuore. Nel libro, ricco di appassionate testimonianze, rivivono le sue grandi imprese, fino ai drammatici giorni del K2 quando Qualcuno decise che il suo corpo sarebbe per sempre rimasto lassù.

Le Grigne nelle quattro stagioni, con le immagine più spettacolari e suggestive di cui soltanto queste due famose montagne del lecchese sono capaci. Come quando le guglie appuntite sono

accarezzate dalla nebbia, o quando sono imbrattate di neve bianchissima e fanno pensare di stare in un'altra parte di mondo, o quando le loro cime emergono appena da un mare di nubi… Oppure d'estate, quando i pendii si fanno verdi e i fiori più belli spuntano ovunque, o in autunno quando al Piano dei Resinelli i faggi si fanno gialli e poi rossi, prima di tendere al rame…

Le Grigne nelle quattro stagioni raccontate col cuore da chi le ha amate: dall'autore, che ha saputo fissare sulla pellicola della macchina fotografica i momenti più belli, e dal padre delle Grigne, dal grande Riccardo Cassin, che ha voluto ricordare queste montagne che diedero il via alla sua grande avventura.

Un libro voluto dalla Valsir, importante azienda nel settore dell'idraulica, per offrire ai suoi clienti in varie parti del mondo le spettacolari bellezze di un angolo meraviglioso della sua terra: l'area del Lago della Vacca, attorniato da montagne famose come il Cornone di Blumone, il Terre Fredde, il Frerone. Bellezze fatte di montagne che in base alle stagioni cambiano aspetto, di laghi, di fiori, di roccia, di storia, di animali, di luci, di tramonti infuocati e di notti illuminate dalla luna… Un volume di grande formato su una carta speciale, peccato che non sia andato a illuminare gli scaffali delle librerie!

Come in un film, tanti fotogrammi per una bellissima pagina di storia che ha per protagonisti i bambini degli anni Cinquanta, in un piccolo paese della Valtellina. Colpiscono teneramente la loro innocenza dei primi anni, la fantasia e la paura con cui si trovano ad affrontare il buio della notte, alimentate dalle storie che i 'grandi' raccontavano per tenerli a bada. Un inizio quasi timoroso che lascia però presto il posto all'avventura legata al desiderio di scoprire, alle scorribande sugli alberi da frutta per soddisfare l'appetito della gola, ai giochi anche più spericolati all'aria aperta, che a volte sfociano nelle più inverosimili marachelle. Un libro che vi farà ridere e sorridere, ma vi farà anche riflettere. Perché quei bambini, nei quali si ritroveranno in molti di quei tempi, sono la luce in un paese che, faticosamente, cercava di partire. Lo sono con la loro vitalità e la loro gioia, persino nel lavoro, iniziato molto presto, che è stata la base per una vita sana, onesta e laboriosa. Guardandoli, viene da pensare a quei fiori di ciliegio così candidi, che promettono un buon frutto per l'estate.

LIBRI IN CERCA D' EDITORE 

SOTTO IL BLUMONE, le fiabe di un guardiano delle dighe

Fiabe scritte nei lunghi inverni di guardiano al Lago della Vacca, ai piedi del Blumone. Come sono state accolte con gioia ed entusiasmo dai miei figli, per i quali allora le scrissi, lo saranno dai tanti bambini dai cinque ai dieci anni, all'incirca, ma potrebbero piacere anche ai grandi. Sono sette, dai titoli seguenti: Lo stambecco dalle corna d'oro, Geremia, La volpe sfortunata, Martino e le marmotte, I caproni del Pizzo Bello, L'uomo selvatico, La volpe, lo scoiattolo, il picchio e i bracconiere.