LA VOCE DEI LETTORI 

"L'ALTRA MONTAGNA" 

  

 

 

 

Ciao Oreste,

ho appena terminato di leggere il tuo “L’altra montagna”. Indubbiamente un libro “diverso”, non per lo stile ed il modo di avvincere che è quello di sempre ma per il contenuto, almeno in apparenza. Anche nei tuoi libri che ho letto precedentemente si capiva che c’era “dell’altro”, che sotto sotto avevi da dire cose molto importanti. Qui si parla della montagna, delle sette cime, come mezzo per salire verso vette spirituali, per ritrovare sensazioni, pensieri e riflessioni che si credevano ormai perduti da sempre, sepolti sotto l’enorme peso della logica, del ragionamento e delle circostanze. E’ un cammino che per te è stato difficile ma lo è anche per chi ti legge, di sicuro. E’ un libro che fa riflettere ed è per questo che è un libro difficile; non da capire perché, come ho detto, il tuo modo di scrivere conduce per mano il lettore dove intendi portarlo ma perché spesso arriva un rifiuto interno a seguirti. Questo perché non si è pronti, non c’è stato quel lavorìo interno che la tua vita e gli accadimenti che hai incontrati ti hanno portato a sublimare in quei desideri ed in quell’anelito di tornare verso Dio. Penso che i lettori avranno avuto le reazioni più diverse; sicuramente avvantaggiati e plaudenticoloro che già vivevano quotidianamente in sintonia con quei pensieri. Molti, me compreso, avranno pensato a tratti: “ma questo qui è fuori di testa!” e molti altri avranno addirittura abbandonato la lettura, infastiditi. Credo però che nessuno possa ignorare la tua onestà d’animo nel presentare questo cammino verso l’alto. Ancora un’altra storia di montagna, come sempre; ma stavolta è una montagna diversa che non tutti sono in grado di salire. E c’è un preciso parallelo con le reazioni che suscitano nel modesto alpinista le gesta del fuoriclasse: c’è chi, spaventato, lo etichetta come matto e c’è chi, affascinato, pensa che un giorno lo emulerà; tra questi due estremi tutta una serie di sfumature di pensiero. Si può semplicemente riferirsi a te, e a tanti altri, come a fortunati che hanno avuto o riscoperto la Fede; si può invece pensare che il tuo cammino sia frutto di un lavoro psicologico imposto dalla vita, dagli eventi che hai vissuto o cui hai assistito, dalle necessità di vivere libero ma al contempo di “sbarcare il lunario”. Si può pensare di tutto ma sicuramente il tuo libro fa pensare e questo è il primo risultato.

Il resto……chissà!

Un caro saluto

 

Giulio Balduccini

 

 

Ciao Oreste,

                   abito a Rivarolo Mantovano e ti scrivo per condividere con te le emozioni che ho provato dopo la lettura di "L'altra montagna". Devo dire che trovare i tuoi libri è stato un calvario, ma la lettura è stato un immenso piacere. Mi è sembrato di camminare con te su quei sentieri, di ritrovarmi con te tra le nuvole che ti impediscono persino di sapere dove ti trovi, di sentire la pioggia, a volte anche la neve, che ti coglie quando meno te l'aspetti. Ma quello che mi ha colpito di più, è stata la ricerca di Colui che ha creato tutto, che ci ha dato la vita e non smette mai di "tormentarci" finché non lo troviamo. Diceva Sant'Agostino nelle sue Confessioni: "Signore, ci hai fatti per Te e inquieto è il nostro cuore fin quando non riposa in Te".

 Anch'io, fin da piccolo, andavo in montagna; all'inizio con il don dell'oratorio, poi con la compagnia e la fidanzata, ma più per passione e orgoglio personale che per una ricerca vera e propria. E' adesso, che vado con la famiglia, ma più spesso con mio figlio, che vedo le cose in modo diverso. Prima era importante arrivare alla meta. Ora sali, ma intanto ti guardi attorno, ti fermi per vedere tutto ciò che ti circonda, per scambiare anche solo un saluto con chi incontri sul sentiero e, quando arrivi, non manca mai il saluto a Colui che ti ha chiamato alla vita. E l'unico scopo per cui siamo stati generati è per amare.

 Sulla prima pagina della mia agendina, ogni anno riporto sempre una frase: "Ama, poi fai quello che vuoi". Questo è lo slogan della mia vita, e poco importa se tanti compagni che l'hanno vista, l'hanno interpretata come "ogni occasione è buona per fare quello che ne hai voglia". Io preferisco interpretarla con gli occhi di Dio, di mettere in tutto quello che faccio il cuore, perché è solo così che si può arrivare in cima.

 Sono questi i sentimenti che ho potuto leggere tra le righe del tuo libro e hanno rinvigorito la ricerca dell'Amore vero, ritrovando quella pace interiore e quella serenità che sento ogni volta che arrivo su una cima o anche solo a un rifugio. A volte ti senti devastato dalla stanchezza, ma con lo sguardo e soprattutto con il cuore vai sempre a cercare la croce  e cominci a pregare anche se manca il fiato. E quando torni giù, vivi le cose con una calma e una serenità che persino chi ti sta più vicino ti chiede cosa è successo lassù. Questa estate sono  andato sulla cima delVioz con mio figlio dopo trent'anni. A casa mi hanno detto: "ma chi te la fatto fare". Al che io ho risposto: "Dio, perché l'ultima volta che sono stato lassù, mi sono dimenticato di ringraziarLo".

 Ancora grazie per questo libro, con la certezza che mi risentirai dopo aver letto "La farfalla sul ghiacciaio".

 A presto. Paolo M. 

 

 

Buonasera Sig. Oreste,
le scrivo per farle i miei complimenti per il suo libro L altra montagna.Mi è stato regalato da un suo carissimo amico DON PAOLO CIOTTI. Io lavoro per lui come collaboratrice domestica.Leggendoloe meditando sull’esperienza che ha avuto trovandosi varie volte davanti alla morte fa proprio capire quanto è importante credere a QUALCUNO che c'è in alto sopra di noi, e leggendo certe frasi e affermazioni ti riempiono il cuore di gioia.Lei è una persona molto semplice e cordiale, l'ho vista in agosto quando ha fatto l'incontro a Madesimo. Ero con Don Paolo e un gruppo di famiglie in vacanza all'Alpe Motta, e ascoltando la sua storia mi sono emozionata. Poi sono venuta anche all'incontro a Seregno,dove c’era anche il vescovo.Le chiedo scusa se mi sono permessa di disturbarla, ma Don Paolo mi ha detto che le fa piacere ricevere commenti sui suoi libri .
Io sinceramente non sono molto brava a scrivere però sappia che ha tutta la mia stima.Le faccio ancora TANTI TANTI COMPLIMENTI.
Saluti,Gabriella G.
 

 
 

Ho letto l'altra montagna:narrazione molto profonda. Nutri il tuo spirito e diffondilo come l'acqua del fiume che scorre nella valle senza timore di scuotere gli animi.

Auguri di buone feste
Giordana A.

 
 
Ciao Oreste;
ho finito di leggere il tuo libro "L'altra montagna" preso in biblioteca a Merate. Veramente fantastico! è da un pezzo che anch'io sogno di passare le notti in vetta in montagna (non così vetta perchè sono un escursionista!) proprio per sentire la bellezza di Dio nel creato. La profondità delle stelle in cielo e la capacità di meravigliarci sempre di quanto le cose semplici siano le uniche importanti. Non ti conoscevo ma mi fiondo subito a prendere il tuo nuovo libro. Continua così, sei un esempio.
Un abbraccio
Stefano V.
 
 

Ciao Oreste, sono qui sul divano, bimba e moglie sono a letto e qualche  minuto fa ho terminato di leggere il tuo libro; quante emozioni e quante riflessioni mi hanno dato le tue parole.
Io non leggo mai libri, ne avrò letti si o no 5 o 6 al massimo, forse per semplice pigrizia o altro, non saprei; questo tuo libro è stato diverso dagli altri, era giunto il momento di prenderlo  in mano e dare i miei occhi e il mio cuore a lui.
Leggevo e mi sembrava di essere su quelle cime in quel preciso momento  con te e vivevo le tue forti emozioni a tal punto di sentire il vento soffiarmi in viso, il caldo del sole scaldarmi il cuore e la luce della luna illuminarmi l'anima eppure ero su un semplice divano, in casa.
Quasi volevo che il tuo racconto non finisse mai, mi piaceva sentire le tue parole e devo dire che giunto alla fine, mi sono emozionato e mi è preso un filo di nostalgia; ma come, leggendo un semplice libro?
Ebbene sì, queste tre sere passate a sfogliare i tuoi racconti, è stato un qualcosa di unico, speciale e indescrivibile


…  GRAZIE.
Danilo G.

 
 
Ciao Oreste,
ho avuto il piacere di partecipare all'incontro di Berbenno in cui oltre a presentare il libro L'altra montagna hai condiviso la tua esperienza di vetta.
Io ho potuto grazie alle pagine del libro salire insieme a te sulle cime, cosa che non ho mai fatto e mi sono sentita molto coinvolta. Di questo ti ringrazio. Ancora di più ti ringrazio per la tua testimonianza di vita, di uomo che ha una famiglia e osa andare oltre il quotidiano per incarnare il significato personale della vita spirituale.
In questo mi sento vicina, come persona che giorno dopo giorno scala le montagne della vita interiore attraverso lo sviluppo delle qualità dell'anima, mi sento vicina come donna che ha una famiglia e va oltre gli aspetti quotidiani per testimoniare in famiglia la Bellezza della vita, fatta non solo di sicurezze materiali ma molto di stupore, quello che tu hai saputo suscitare, oltre all'umanità che traspare in ogni pagina del libro.
Mi sento un po' compagna di viaggio, …
Monica T.
 
 

gentile signor Forno, ho letto quasi di seguito il suo libro veramente appassionante, l'ho letto di sera sognando e pensando alle montagne e alla sua quasi autobiografia che ha trasmesso attraverso le 7 punte come scalini per un ulteriore avvicinamento a Dio. Ho pensato al Tabor in cui Gesù dopo la sfolgorante manifestazione ai suoi li incoraggia a scendere a valle nella pianura per imparare a seguirlo verso il difficile cammino verso Gerusalemme. In verità come lei dice é la vita quotidiana con Ombretta, Franco e Matteo che lo hanno aiutato,oltre al linguaggio delle cime, della notte, delle stelle, dei panorami a riprendere la riscoperta di quel Dio vicino a noi più del nostro cuore che sulle cime batte forte.
  Grazie quindi e cerco nel mio ambiente del gruppo Cai seniores di divulgare il suo libro, noi che da dieci anni cerchiamo di mantenere un media di 30 escursioni all'anno e su ogni cima non manca la preghiera, il canto , il ricordo dei vivi e degli amici defunti e poi la bellezza di aver costruito con tanta fatica il nostro coro che canta sia canti di chiesa che di montagna e la bellezza dello stare insieme cercando di pensare anche agli altri. Per motivo della aconfessionalità del  Cai non faccio troppe prediche e celebrazioni se non espressamente richiesto.  Leggendo le sue imprese himalayane sono rimasto stupito e ammirato ma é anche importante agli occhi di Dio l'uomo di ogni giorno. Spero di poter leggere qualche altro suo libro.
grazie di cuore.

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Padre Oreste Fab.

 
Carissimo Oreste, grazie e ripetutamente grazie per avere scritto “L’Altra Montagna, quella che porta più in alto delle cime”. Ho letto con profonda emozione e gratitudine la bellissima narrazione dell’Amore unico, inedito di Dio per le sue creature umane, profondamente assetate della Bellezza e della Verità, come lei appare nella descrizione delle sue esperienze… Grazie, carissimo amico, ora mi sento in cordata con lei in quest’Altra Montagna e sono certa che ci troveremo sulla cima con tutti i nostri cari a cantare le meraviglie di Dio…
Suor G. Di Raimondo
 
 
… Le scrivo per esprimerLe il mio immenso stupore dopo aver letto - quasi casualmente - il suo libro “L’altra montagna”; devo dirLe che, come sacerdote appassionato del mondo alpino, il Suo testo, in molti punti, mi ha fatto davvero riflettere.
Il cammino di conversione che il Signore Le ha fatto percorrere è unico ed irripetibile ma, nello stesso tempo, può essere da esempio per coloro che sono all’inizio dell’avventura della vita e si pongono innumerevoli domande sul suo senso e significato. Alcuni di questi interrogativi che sgorgano dal cuore vengono rivolti, talvolta con violenza, a Colui che gli ha dato l’opportunità di vivere questa avventura stupenda. A partire da queste brevi considerazioni mi sono chiesto: “Perché non invitarLa una serata a fare “quattro” chiacchiere in Oratorio con il gruppo adolescenti del nostro Decanato, condividendo con i più piccoli, la Sua storia meravigliosa cercando di testimoniare quanto da Lei vissuto?”…
Don W. Anzani
 
 
 
Caro Oreste,
 
qualche giorno fa ho finito di leggere il tuo libro. Mi è davvero piaciuto tanto!
Più volte, durante la lettura, mi è venuto in mente il cantico dei tre giovani nella fornace (Daniele 3, 52-88): un invito a tutta la creazione a lodare il Signore. E giustamente la Chiesa lo suggerisce come preghiera di ringraziamento dopo la Comunione (miracolo così grande e dolce che davvero merita che la tutta la creazione partecipi di questa gioia).
Sei stato molto coraggioso a rivelare così la tua intimità; spero per che possa aprire gli occhi e il cuore a molti.
Complimenti!
M. Dalla Torre
 
 
Caro Oreste, ieri ho finito di leggere il tuo libro. Non sto a esprimerti le lodi per le tante emozioni che riesce a procurare, né a sottolinearne l'alto contenuto morale e spirituale; di ciò si è fatto carico il Vescovo di Mantova con la sua bella prefazione e, di certo, meglio di lui non potrei fare. Voglio, però, segnalarti alcune parole di vera poesia che mi sono particolarmente piaciute e cioè "questa volta fu il sole a fotografare me", "sulla cima ancora calda, segnata dovunque dalla triste Guerra Bianca", ( ho ricordato la mia salita sull'Ortigara assieme a Irene e altri tre soci del GISM- vedi la poesia a pag. 131), " fin quando il sole non scompare, risucchiato dal fuoco del tramonto", " ero un fiume che straripava, incapace di pensare"  oppure "ritto nel silenzioso suono di quelle montagne fatto solo di vento" e ancora "aprire la porta alle stelle" e via dicendo...Chi legge, inoltre, deve complimentarsi con te per la tua bella e sana famiglia raro esempio, al giorno d'oggi, di alto valore morale. Commovente, a questo punto, la tua gioia per i giorni trascorsi con i tuoi figlioli a guardia della diga: riguardo a questa, ora so bene in che cosa consista il tuo attuale lavoro. Dei tuoi numerosi bivacchi solitari sotto le stelle mi ha particolarmente colpito quello effettuato sul Pizzo Scalino: la foto relativa mi ha riportato sul Velino (la terza cima dell'Abruzzo) che vanta sulla vetta una croce uguale a quella dello Scalino e in più una bella Madonnina (non due) altrettanto quasi uguale ( una delle salite su questa montagna, mi ha dettato la poesia a pag. 30). Pizzo Scalino l'ho ammirato di nuovo, ripassando l'altro tuo libro "Italia in un sentiero".
Non mi resta altro che complimentarmi nuovamente con te per L'ALTRA MONTAGNA, la quale credo che, ormai, valga per il tuo animo forte e per il tuo grande cuore, molto di più di qualsiasi dei tuoi tanti ottomila.
A voi quattro un affettuoso abbraccio e cordiali auguri di ogni bene. Bruno 
 
 
 
Ciao Oreste,
 
mi chiamo Massimo ci siamo conosciuti in autunno 2010 al Tracciolino, ero di passaggio con i bambini per una passeggiata e abbiamo scambiato due chiacchere alla casa dove lavori. Sono di Chiavenna ma vivo a Gravedona dal '96 e sono nel soccorso alpino di Dongo. Avevo già letto "Fiori di Ciliegio" e nonostante non abbia vissuto direttamente quelle situazioni (solo in piccola parte il resto raccontato dai genitori e nonni) è stato come se fossi anche io in quei posti e in quelle situazioni. Molto bello, complimenti! Ho appena letto "L'altra montagna" e devo dire che mi ha emozionato molto. E' qualche anno che in me stanno accadendo cambiamenti paralleli ai tuoi. Non mi è capitato di dormire in vetta ma quasi sempre mi capita di far fatica a scendere a volte ho anche pianto...nel dover abbandonare la vista di quello spettacolo. Il 21 dicembre 2011 è morto Flavio, un caro amico e nostro capo stazione. Da quel giorno il mio percorso interiore ha avuto una brusca accelerata, sento dei grandi cambiamenti in me e aver letto il tuo ultimo libro mi è servito molto. Stanno emergendo con decisione dei sentimenti che credo siano i veri valori della vita, amore, rispetto, comprensione, solidarietà...e interesse per la fede. Mi farebbe molto piacere poterti venire a trovare per scambiare un pò di esperienze ed emozioni. E poi magari poter condividere anche qualche progetto di solidarietà in favore di chi è meno fortunato di noi. Se sei d'accordo fammi sapere...
a presto, M. De Maestri
 
 
 
 Caro Oreste,
forse è accaduto per la prima volta: stamattina, dopo il nostro incontro a Mandello, una volta a casa ho iniziato a leggere il tuo libro. Mi sono interrotto soltanto per preparare il pranzo e mangiare, poi mi sono subito ributtato nella lettura e adesso (sono le 17.40) sono arrivato all'ultima pagina del tuo "L'altra montagna". Complimenti vivissimi! …Hai scritto davvero un bel libro, con il cuore prima ancora che con la penna… Grazie ancora e tanti complimenti anche per la tua scrittura pulita, lineare e coinvolgente.
(Claudio B.)
 
 
 Ero nella cartoleria di Besana (una di quelle vecchio stile con quel profumo di cartoncini, matite e gomme e con la "cartolaia" che conosce tutti gli studenti del paese) con mia figlia all'ora di chiusura perché all'ultimo momento mancava un colore per terminare il compito da portare la mattina seguente ed ho trovato una montagna...anzi "l'altra montagna".
Veramente toccante e, come molte delle sue fotografie che mi è capitato di ammirare, che manda un messaggio, un segnale.
I fiori di ciliegio mi ha fatto "ricordare" e sorridere "l'altra montagna" mi ha fatto pensare.
Grazie per quanto riesce a trasmettere.
(Giorgio V.)
 
 
 Ciao Oreste.... il tuo libro è fantastico, intimo, speciale, intenso, sincero, profondo, vero e mi ha portato quasi a ripercorrere con te le tue stesse "avventure" e sensazioni. Questo deve fare un libro. La particolarità poi dei racconti aiuta anche chi come me è e sarà sempre alla ricerca di un Lui superiore che può dare spiegazioni a tutte le cose. Ho letto anche articolo di Paolo su Avvenire. Molto bello. davvero. Così come gli ultimi foto-pensieri.... e allora caro Oreste buon 2012 ricco di montagne con una Guida particolare che è sempre presente anche se non sempre la si sa cercare e trovare... basta immergersi.
(Francesco C.)
 
 
 Ciao Oreste mi permetto di darti del tu perché tra gente che ama la montagna è una cosa immediata!    Ho appena letto il tuo ultimo libro che mia moglie mi ha regalato per Natale: l'ho divorato e ho condiviso pienamente le emozioni che hai provato con il tuo nuovo modo di vivere la montagna.Anche la foto pensiero di questa settimana mi trova completamente d'accordo: avendo seri problemi di salute da oltre quindici anni la mia famiglia e la montagna mi danno la carica per poter superare i tanti ostacoli che incontro.Io non ho avuto la tua fortuna di girare le montagne del mondo: riesco però a provare emozioni percorrendo i sentieri,anche i più facili, delle montagne lecchesi. Anche a me piacerebbe passare qualche notte sulla cima di una montagna; magari prima o poi ci riuscirò!!
(Angelo B.)
 
 
 Caro Oreste, … ancora una volta il tuo libro mi ha riscaldato il cuore; hai messo a nudo la tua anima con grande coraggio, cosa certamente non facile, e questo ti fa ai miei occhi ancora più grande. La domanda di tuo papà: “Ma devi proprio andare?” trova qui la sua risposta… Tra le mille motivazioni c’è anche quella che sei riuscito a trasmettere a chi ti legge, la spasmodica ricerca di Dio, sofferta, cercata fino allo stremo e (devo dire con un po’ d’invidia, in senso buono) trovata. Ancora una volta mi hai dato idealmente la mano per salire con te sulle tue cime. Ho gioito con te, ho sofferto la sete con te, ho provato brividi lungo la schiena quando hai descritto con dovizia di particolari il tuo terribile incidente sullo ShishaPangma. Ho sentito la struggente nostalgia che provavi per la tua meravigliosa famiglia. Non vorrei essere prolissa, ma ti devo dire che per merito tuo ho scoperto la profondità di tante cose. Ad es., se prima vedevo un pettirosso era semplicemente un uccellino, ora guardo come sbatte le ali, lo sguardo furbo e scopro la tenerezza che emana, e questo lo devo a te…
(Dalla lettera di Gina M.)
 

 

 

 

 

 

 
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